92Ucoarte. Revista de Teoría e Historia del Arte, 9, 2020, pp. 92-105, ISSN: 2255-1905
ARCHITETTURA RURALE E VALORIZZAZIONE
DEL PATRIMONIO CULTURALE IN SICILIA
PIETRO CALAMIA
Università degli Studi di Palermo
Abstract
Il contributo si propone di esaminare i risultati che gli interventi di riqualificazione del
patrimonio culturale apportano all’architettura rurale e al paesaggio siciliani,
focalizzando l’attenzione sulla eventuale capacità di restituire centralità e adeguato
valore al territorio e alla terra in quanto risorsa multifunzionale, in grado di assicurare
servizi fondamentali per il benessere delle comunità locali, e di conservare il patrimonio
storico, culturale e paesaggistico. A tal fine, si analizza in maniera dettagliata un caso
studio di riqualificazione di un manufatto architettonico presente sul territorio del
paesaggio rurale siciliano.
Parole chiave
Architettura rurale, recupero edilizio, patrimonio storico
ARQUITECTURA RURAL Y PUESTA EN VALOR
DEL PATRIMONIO CULTURAL EN SICILIA
Resumen
La contribución pretende examinar los resultados que las medidas de puesta en valor
del patrimonio cultural aportan a la arquitectura rural y al paisaje sicilianos, centrándose
en la mejora de la construcción en las zonas rurales y sobre la posible capacidad de
devolver centralidad y valor adecuado al territorio, en quanto recurso multifuncional,
capaz de garantizar servicios fundamentales para el bienestar de las comunidades locales
y de conservar el patrimonio histórico, cultural y paisajístico. A tal efecto, se analiza un
caso de estudio de recalificación de un ejemplo arquitectónico siciliano.
Palabras clave
Arquitectura rural, recalificación de edificios, patrimonio histórico.
RURAL ARCHITECTURE AND ENHANCEMENT OF
CULTURAL HERITAGE IN SICILY
Abstract
The work proposes to examine the results that measures to redevelopment of the
cultural heritage brought to the rural architecture and the Sicilian landscape. Attention
is focused on the landscape retraining and the possible ability to return centrality and
appropriate value to the earth, understood as a multifunctional resource, able to assure
essential services for the comfort of the local communities and to preserve the
historical, cultural and landscape patrimony. For this purpose, a case study on the
subject of the renovation of a Sicilian architectural building is analysed.
Keywords
Rural architecture, building recovery, historical heritage.
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
93
Inquadramento
Il presente contributo è redatto al fine di fornire alcuni risultati ed i possibili sviluppi degli
studi condotti dal sottoscritto, aventi come tema l’architettura, lo sviluppo urbanistico e le
opere pubbliche del paesaggio rurale in Sicilia.
L'attualità delle problematiche sui beni culturali ed ambientali e la grande rilevanza che
essi rivestono nella Regione Siciliana giustificano e richiedono un grande impegno nella
definizione ed attuazione di una politica organica di conservazione e valorizzazione. È infatti
indiscutibile l'incidenza che la disciplina dei beni culturali ha sulle "politiche di sviluppo" della
Regione Sicilia e, negli ultimi anni, gli interventi di programmazione di derivazione europea
stanno assumendo fondamentale importanza nell’accompagnare le politiche di sviluppo del
territorio, al fine di rendere più concreti gli interventi di conservazione e valorizzazione.
Nel presente contributo, inizialmente viene svolta un’analisi dello stato dell’arte, con
riferimento al territorio e all’architettura rurale; quindi vengono analizzate i contributi che le
PC hanno in campo di sviluppo rurale in Sicilia, grazie agli strumenti e alle risorse forniti
dalla Comunità Europea. Quindi, si passa all’analisi di un caso studio, mediante il rilievo dello
stato di fatto di un fabbricato rurale destinato ad agriturismo e degli interventi a cui è stato
sottoposto attraverso gli strumenti e le risorse forniti da bandi legati a finanziamenti della
Comunità Europea. Il contributo si propone, in tal modo, di mostrare, proprio attraverso un
caso studio, quali siano i risultati apportati al territorio rurale siciliano dai finanziamenti
comunitari in tema di sviluppo rurale, focalizzando l’attenzione sulla eventuale capacità di
restituire centralità e adeguato valore a tale territorio.
Il patrimonio artistico e culturale del territorio rurale
La popolazione residente in aree urbane è cresciuta in maniera repentina dalla seconda
rivoluzione industriale ad oggi, con andamenti e tempi differenti nei paesi sviluppati o in
quelli in via di sviluppo. Gli studi scientifici e le politiche europee, nazionali e regionali hanno
mostrato nell’ultimo ventennio un crescente interesse all’analisi dell’efficienza dei modelli
insediativi e all’andamento del consumo di suolo, con approcci che considerino molteplici
discipline (urbanistica, agronomia, pianificazione territoriale, ecologia del paesaggio, ecc.)
1
.
Ogni ambiente antropizzato porta con sé i segni delle attività e del vissuto delle comunità.
Pertanto, l’intervento delluomo è evidente nella città, ma è ugualmente marcato in quelli che
vengono definiti spazi periferici e marginali, quali le campagne
2
.”
Le dinamiche evolutive interessanti il territorio e che si realizzano nell’aumento della
componente urbana e antropica, sono generalmente chiamate “urbanizzazione”. Del termine
“urbanizzazione” si possono trovare diverse definizioni; a livello accademico, Antrop
identifica tale fenomeno come un “processo culturale e sociologico che trasforma i paesaggi
rurali e naturali in paesaggi urbanizzati” con una conseguente crescita di una nuova tipologia
di aree edificate, denominate frange
3
; tale definizione è stata successivamente ripresa e
reinterpretata anche da altri autori
4
. Sempre Antrop descrive tale processo assimilandolo ad
un ciclo ed individuando alcune fasi che si susseguono nella dinamica evolutiva della città:
- urbanizzazione: concentrazione della popolazione nel centro a seguito della migrazione
dalla frangia urbana;
- suburbanizzazione: crescita della popolazione in tutto il centro urbano. Tale crescita non
è di tipo uniforme in quanto si registra una perdita di abitanti da parte della zona centrale
dell’insediamento e, al contrario, una rapida crescita della popolazione nelle frange urbane;
- disurbanizzazione: iniziale declino complessivo della popolazione urbana, con perdita di
abitanti sia nel centro che nelle zone di frangia urbana;
1
Zeng/Sui/Li, 2005: 410-434.
2
Cedrini, 1997: 13.
3
Antrop, 2000:
257-270. Si veda anche Antrop/Van Eetvelde, 2000: 43-58
4
Slemp et al., 2012: 139-148.
Pietro Calamia
94
- riurbanizzazione: crescita della popolazione a partire dal centro urbano, seguita da una
crescita nella frangia urbana
5
(fig. 1).
L’Unione Europea non ha adottato una classificazione delle unità amministrative sulla
base del loro carattere urbano o rurale, ma ha effettuato una suddivisione e codifica
gerarchica del territorio degli Stati Membri (prevista dal Reg. CE n.1509/2003) chiamata
NUTS (National Territorial Units for Statistic), basata sulla popolazione residente e la
gestione amministrativa del territorio stesso.
L’introduzione della categoria di “paesaggio culturale” nei beni patrimoniali dell’Unesco
sancisce di fatto una nuova attenzione sociale al paesaggio, anche valorizzando alcune attività
locali che possono garantire il rilancio del territorio
6
, superando la contrapposizione
manichea che organizzava i beni nelle due grandi categorie dei beni culturali e dei beni
naturali, a favore Il paesaggio condensa dentro sé non solo la memoria sociale sedimentata,
che è la rappresentazione materiale, visibile e sensibile, della modalità insediativa delle società
passate, ma anche l’insieme delle potenzialità di sfruttamento di quel terreno comune ai fini
di una convivenza sociale, attraverso la rappresentazione di pratiche condivise che
sedimentano o meno prodotti materiali. Tutto ciò entra a far parte del paesaggio culturale da
valorizzare e tramandare
7
.
In quest’ottica, l’architettura rurale assume rilevanza in quanto esprime i segni di un
processo storico legato a mutamenti sociali, processi produttivi, relazioni antropologiche che
l’uomo instaura con l’ambiente agrario, di cui l’architettura rurale contiene valori e tradizioni.
In ragione di ciò, ogni elemento che riguarda l’edificazione e l’espansione di un baglio, di una
torre, una casa rurale o di una masseria, è da tenere in considerazione perché fa parte di un
processo logico legato all’antropizzazione del territorio. In Sicilia, la città costituisce il polo
di attrazione principale attorno al quale ruota la vita economica e sociale delle comunità,
lasciando il territorio agricolo (agro) ad uso e consumo dei pochi addetti ai lavori. La città e
la campagna appaiono come due lontane entità territoriali, la cui separazione è spesso
5
Antrop, 2004: 9-26.
6
Berger/Chevalier/Cortes, 2010: 7-16.
7
Revenga, 2002: 119-123.
Fig. 1
.
Foto del cartello informativo di
cantiere, Rubino Domenico
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
95
accentuata dall’articolazione delle direttrici viarie che si frappongono tra città e campagna,
superate le quali inizia uno scenario ambientale fatto di immensi campi di vitigni, uliveti,
campi di grano e di altre colture, all’interno dei quali l’architettura dei bagli e delle torri si
dispone in modo uniforme. Percorrendo le ex regie trazzere o le mulattiere, osservando gli
argini dei due fiumi o l’area delle riserve presenti nel territorio siciliano, si scoprono i segni
dell’uomo lasciati nella storia, rappresentati dai tanti siti archeologici, dalle torri, dai bagli.
Questi ultimi in particolare appaiano numerosi a chi percorre le strade della campagna
siciliana e, anche se molti in precario stato di conservazione, esercitano un particolare fascino,
perché conservano una storia fatta da uomini e donne che lì hanno lavorato, hanno faticato,
hanno vissuto.
La normativa comunitaria fornisce un importante contributo in tema di conservazione e
valorizzazione dei beni culturali. E’ evidente come, fin dalle sue origini, l’azione della
Comunità intendesse incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri nel settore della
conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale e artistico di importanza europea,
rappresentando un primo passo verso l’idea della necessità di approntare una tutela congiunta
dei vari Stati europei su “beni” la cui rilevanza travalichi quella nazionale.
In epoca successiva si comincia ad avvertire anche un secondo tipo di consapevolezza
determinato dalla considerazione, sempre più condivisa, che la degradazione o la sparizione
di un bene del patrimonio culturale, artistico e naturale di un Paese sia un impoverimento
nefasto del patrimonio di tutti i popoli del mondo, e che spesso la protezione di questo
patrimonio su scala nazionale rimanga incompleta per l’ampiezza dei mezzi necessari a tal
fine e per l’insufficienza delle risorse economiche, scientifiche e tecniche del Paese sul cui
territorio il bene da tutelare si trova. Per questo, si mostra indispensabile adottare nuove
disposizioni, per lo più di carattere convenzionale, per attuare un efficace sistema di
protezione collettiva del patrimonio culturale di valore universale.
Gli obiettivi dell'azione di sostegno dell'Unione Europea sono: innanzitutto promuovere
lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi; favorire la
riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali; favorire
l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e
occupazione.
È indiscutibile l'incidenza che la disciplina dei beni culturali ha sulle "politiche di sviluppo"
della Regione Siciliana. Negli ultimi anni le politiche di sviluppo del territorio sono state
accompagnate, al fine di rendere più concreti gli interventi di conservazione e valorizzazione,
da una programmazione di derivazione europea
Dalla recente direttiva in materia, emergono precise indicazioni in direzione della
riconoscibilità degli interventi, della individuazione di tempi e modalità di attuazione, di
controlli dei risultati, ecc. In sostanza vengono tracciate linee per eseguire precise e rigorose
politiche di programmazione che presuppongono e comportano un'adeguata risposta a
livello regionale, attraverso la predisposizione di una trama organizzativa affidabile e
funzionale. Si fa quindi riferimento ad un superamento della visione statica degli interventi,
attraverso la predisposizione di strategie tendenti alla valorizzazione dei beni ed azioni
coordinate allo sviluppo.
In relazione alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali e artitici, è da affrontare
anche l’argomento relativo al costruito rurale, riconducibile a “testimonianza avente valore
di civiltà”. Infatti dagli anni ‘60, grazie alla Carta di Venezia e all’estensione della nozione di
monumento anche alle “opere modeste che, con il tempo, abbiano acquistato un significato
culturale”
8
, i fabbricati rurali sono entrati a pieno titolo nel novero delle costruzioni da
tutelare. Tali strutture architettoniche hanno un valore documentale e artistico, nonché
storico culturale, in quanto testimonianza di un mondo, e di un modo di vivere il territorio
che si è andato mutando negli ultimi decenni. Inoltre anche la consistenza materiale e
tecnologica dell’architettura rurale tradizionale va annoverata quale aspetto di carattere
8
Carta di Venezia, 1964.
Pietro Calamia
96
storico, infatti la povertà e la semplicità dei loro costruttori ha fatto si che fossero adoperati
materiali presenti nel luogo o comunque facilmente reperibili, comportando tale circostanza
una differenziazione tra regione e regione e una conseguente insostituibile specificità. Anche
la loro distribuzione geografica diviene testimonianza di una certa organizzazione sociale, ne
è esempio il modello della masseria espressione di una forma di insediamento agricolo dove
grande peso assumeva il controllo del territorio da parte dei tenutari delle aziende.
La problematica relativa agli edifici rurali va affrontata tenendo conto delle tipicità di
siffatte costruzioni connesse ad un determinato periodo storico e ad una loro peculiare
funzione: quella produttiva. Il loro deterioramento è quindi da ricondursi all’inurbamento
che ha caratterizzato i tempi moderni e all’industrializzazione dei mezzi produttivi, che ha
comportato sempre più un loro progressivo abbandono. Quindi l’esigenza che viene a
crearsi, al fine di tutelare tali strutture architettoniche, patrimonio storico dell’isola, è quella
della riconversione di tali complessi per una loro diversa più moderna utilizzazione. Da forme
di residenza privata a possibilità di sfruttamento per soggiorno turistico, a strutture di uso
sociale quali case d’accoglienza per ragazzi a rischio, ma anche strutture per anziani o per
attività ludiche infantili e molto altro.
Tra le varie proposte di ristrutturazione di tali edifici la più conforme alle peculiari
caratteristiche architettoniche è senza dubbio quella dell’agriturismo, soprattutto per la
maggiore continuità con le funzioni originarie. La destinazione agrituristica, quindi,
costituisce un’opportunità favorevole per il recupero degli edifici rurali, o di loro parti, in
precedenza inutilizzati e quindi destinate all’abbandono. Inoltre prevedendo una varietà di
funzioni che vanno dall’alloggio alla ristorazione permette un utilizzo di tutti gli ambienti
delle varie strutture rurali, sottolineandone e sfruttandone le caratteristiche tipiche. Per
quanto riguarda l'agriturismo quest’ultimo è considerato come una vera e propria attività
agricola, accessoria alla coltivazione o all'allevamento, disciplinata dalla L. 5 dicembre 1985
n. 730 (riformata dalla L. n. 268 del 1999 sulla disciplina delle “strade del vino”), dalla legge
n.413 del 30/12/1991 (con la quale é stato riconosciuto un regime fiscale apposito) e dalle
varie legislazioni regionali che ne discendono.
La normativa definisce come agrituristica ogni attività di "ricezione ed ospitalità esercitate
dagli imprenditori agricoli attraverso l'utilizzazione della propria azienda, in rapporto di
connessione e complementarità, rispetto alle attività di coltivazione del fondo, silvicoltura,
allevamento del bestiame, che devono comunque rimanere principali". Tale normativa pone
il miglior uso del patrimonio rurale naturale ed edilizio tra le proprie finalità, rimandando alle
leggi regionali la disciplina degli interventi edilizi, precisando che “il restauro deve essere
eseguito nel rispetto delle caratteristiche tipologiche ed architettoniche degli edifici esistenti
e nel rispetto delle caratteristiche ambientali delle zone interessate”
9
.
L’architettura rurale
Per definire il concetto di architettura rurale non è sufficiente soltanto il richiamo alle
attività agricole; infatti, se da un lato gli aspetti funzionali sono particolarmente determinanti,
tanto da avere spinto a descrivere questa architettura come "pura, astilistica e funzionale"
10
,
dall'altro l'interpretazione funzionalista risulta troppo riduttiva, in quanto da sola non può
comprendere taluni fattori come, ad esempio, il clima locale o la specifica reperibilità di
materiali da costruzione.
L'architettura rurale non comprende soltanto gli edifici necessari alle abitazioni per gli
uomini, i magazzini per la conservazione dei prodotti, i locali per la loro lavorazione, i ricoveri
per gli animali da allevamento, i depositi per gli attrezzi e le macchine, ma anche qualunque
trasformazione fisica operata dall'uomo per potere svolgere le attività produttive in
campagna. Pertanto, ogni edificio rurale si dovrebbe osservare come elemento significativo
di un sistema pvasto, all'interno del quale trova motivo di esistere ogni sua componente,
comprese, anche, le opere idrauliche, la viabilità aziendale, le sistemazioni orografiche
9
L. 5 dicembre 1985 n. 730.
10
Pagano/Daniel, 1936.
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
97
destinate ad accogliere le colture o a consolidare il terreno, le chiusure dei campi, e così via.
Ciò comporta che un’attenta lettura dell'architettura rurale dovrebbe comprendere anche il
relativo paesaggio agrario cioè quell’impronta che, nel corso del tempo e ai fini delle sue
attività produttive e agricole, luomo imprime sistematicamente al paesaggio naturale
11
.
Tuttavia, l'assenza di una precisa identità per questo tipo di architettura non deve far pensare
che non ci sia dietro la presenza di un’attività progettuale, la quale si manifesta nella sua
tendenza alla regolarizzazione ed è interpretabile non solo come frutto di una migliore
funzionalità delle forme regolari, ma anche come la conseguenza di esigenze estetiche. Nel
corso del tempo la realizzazione di manuali e di trattati ha influito sull’evoluzione di un
modulo basilare, in quanto, a partire dalla tipologia architettonica, dove si rifletterebbero
soprattutto le funzioni economiche, fino ad arrivare alle componenti formali, dove si
riconoscerebbero le influenze dell'ambiente cittadino, svariati condizionamenti gravano sul
mondo contadino. L'architettura rurale ha tratto le sue radici da popoli diversi che sin
dall’antichità hanno sentito la necessità di adeguare e migliorare il costruito, tenendo conto
delle specifiche esigenze legate alle attività agricole
12
.
Per definire l’architettura rurale, é necessario fare alcune precisazioni sul termine rurale”.
La definizione di "relativo alla campagna" non è sufficiente a descrivere l’architettura rurale,
in quanto presuppone che esista una netta separazione tra città e campagna. Di fatto, non
esistendo tale separazione, come anticipato parlando di territorio periurbano, non si può
considerare elemento qualificante l'uno o l'altro termine. Infatti, l'agricoltura non ha mai
posseduto l'esclusivo dominio del territorio extraurbano; basti pensare, sin dai tempi più
remoti, agli insediamenti legati alle attività artigianali e industriali o alle attività ricreative, o
ancora alle infrastrutture come strade, ponti e porti
13
.
Il predominio culturale dei modelli urbani, ha imposto il riferimento, come luogo comune,
a categorie come la "spontaneità" o la "rusticità" che hanno evidenziato soltanto gli aspetti
superficiali e non caratteristici dell'architettura rurale, come la rozzezza, l'irregolarità o il
linguaggio vernacolare. Al contrario, è vero che l’architettura rurale comprende gli edifici
costruiti in campagna, ma ad opera di tecnici colti ed in base a progetti ben organizzati, redatti
al fine di sopperire ai bisogni dell'agricoltura e dell'azienda agricola, oltre che alla razionale
abitazione dei contadini; una simile distinzione, anche se è stata avanzata in epoca recente, si
può considerare valida anche per gli edifici del passato
14
.
Caso studio
Premessa e metodologia di indagine
In questa sezione vengono presentati i risultati dell’analisi di un caso studio per valutare
l’influenza concreta nel territorio rurale siciliano degli aiuti comunitari, cioè l’apporto delle
PC ad una pianificazione territoriale che consenta il ripristino e la valorizzazione dei
fabbricati dell’architettura rurale, al fine di valorizzare efficacemente il paesaggio e di
promuovere uno sviluppo organico del territorio.
Si presenta, come caso studio, il rilevante e peculiare progetto di ristrutturazione di un
complesso rurale esistente nel territorio del Comune di Santa Ninfa in Provincia di Trapani,
di proprietà della ditta Cirrincione Domenica, al fine di realizzare una struttura ricettiva
agrituristica, fortemente caratterizzata dal calore, dall’essenzialità, dalla purezza di stile e dalla
naturalità dei materiali impiegati, necessari al particolare orientamento al benessere
psicofisico ricercato.
La metodologia di indagine utilizza il criterio della ricerca sul campo e di tipo
documentale, al fine di deliniare le peculiarità pregresse del territorio, del fabbricato rurale e
dell’azienda agricola; quindi viene effettuato il rilievo metrico e fotografico dell’esistente.
Sono condotte un’analisi storica del territorio, ricerche cartografiche e acquisizione di mappe
11
Sereni, 1961: 29.
12
Crova, 1942.
13
Ugo, 1984.
14
Marconi, 1936.
Pietro Calamia
98
utili al fine di individuare il manufatto architettonico ed inquadrarlo nel territorio del
paesaggio rurale locale
15
; quindi, anche mediante lo studio della documentazione progettuale
è analizzato lo stato dei fabbricati ante e post intervento effettuato sfruttando le risorse fornie
dal bando di finanziamento della Comunità Europea sopra menzionato.
Gli interventi edilizi, appresso esplicitati, sono finalizzati alla riqualificazione
architettonica dei fabbricati, al loro parmonico adattamento all’ambiente ed alla tradizione
architettonica locale, nel rispetto del genius loci tipico di un’area protetta, estesa oltre 17 ettari,
di straordinario interesse geologico e naturalistico che mantiene la sua vocazione agricola
compatibile con le esigenze di preservazione della biodiversità locale. Il tutto si inquadra
all’interno della Riserva Naturale Integrale “Grotte di Santa Ninfa” e a ridosso di un territorio
molto ampio di rimboschimento affidato alla gestione del Corpo Forestale dello Stato.
Gli interventi, che hanno portato alla realizzazione di un agriturismo, sono stati finanziati
mediante il P.S.R. Sicilia 2007/2013 Misura 311 azione A Agriturismo, D.D.S.
3071/2010 del 22/12/2010.
Procedimento amministrativo e titoli abilitativi
In sede di Conferenza dei Servizi, indetta dall'Assessorato Regionale al Territorio ed
Ambiente, ai sensi dell'art. 14 della Legge 07/08/1990 n. 241 e s.m.i. e dell'art. 122 della L.R.
07/05/2001 n. 6 e s.m.i., tenutasi il giorno 16/02/2007 presso i locali del Dipartimento
Regionale Territorio ed Ambiente, è stato approvato il progetto di ristrutturazione edilizia e
cambio di destinazione d'uso di un fabbricato rurale esistente da destinare a struttura ricettiva
per turismo rurale. Per lo stesso progetto, è stata rilasciata dal Comune di Santa Ninfa la
conseguente Concessione Edilizia n. 10/2007 del 20/03/2007.
Succesivamente la ditta proprietaria, intendendo variare la tipologia dell'attività ricettiva
da turismo rurale ad agriturismo, ha richiesto all'Assessorato Territorio ed Ambiente il
relativo Nulla Osta. Con nota n. 31087 del 06/05/2010, l'Assessorato Territorio ed
Ambiente - Dipartimento Regionale per l'Ambiente Servizio 6T Protezione Patrimonio
Naturale, ha espresso formale Nulla Osta sulla circostanza che la tipologia dell'attività
ricettiva venga variata da turismo rurale ad agriturismo, mantenendo immutate le condizioni
e le prescrizioni originarie.
Soggetto proponente e gestore della iniziativa è la ditta individuale Cirrincione Domenica,
nata a Palermo il 18 febbraio 1978, C.F. CRRDNC78B58G273Z e residente in Milano nella
Piazza dell’Assunta n. 1/A, 20141 Milano, in forza di regolare preliminare di compravendita
notaio M.A Lo Piccolo in Palermo il 07/06/2004 con rep. N. 114421 (fig. 2).
15
Revenga, 2012: 125-126.
Fig. 2. Vista dell’inserimento nel paesaggio rurale
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
99
Inquadramento territoriale
L'immobile da ristrutturare, identificato nelle cartografie I.G.M. con il toponimo di “Case
Martino” sorge a Sud della Montagna della Magione, ai margini di un vasto fondo aziendale
attualmente coltivato a vigneto e ricoperto naturalmente dalla tipica macchia mediterranea, è
sito nel comune di Santa Ninfa (prov. di Trapani), in c.da Biviere Scarlatta, che si estende
trasversalmente lungo tutto il vallone del Biviere. Attualmente l’intera proprietà fondiaria
risulta annotata nel N.C.T. di Santa Ninfa al foglio di mappa n. 28, particelle nn. 40, 41, 42,
49, 56, 105, 106, 107, 111, 112, 113, 114, 115, 116, 117, 274, 275, 276, 277, 467 e 468; la
superficie catastale complessiva è di 17 ettari, 31 are e 87 centiare (ha 17.31.87). La superficie
territoriale (S
t
) del fondo è pertanto di 173.187 m
2
.
L’intera proprietà, secondo le previsioni del vigente P.R.G. del Comune di Santa Ninfa,
approvato con Decreto Assessoriale 3 aprile 2000, ricade interamente in Zona Agricola “E1”,
le cui norme tecniche di attuazione prescrivono:
Densità Fondiaria (D
f
) = 0,03 mc/mq
Altezza massima (H) = 7,50 ml.
Numero piani fuori terra (N
p
) = 2
Distanza dai confini (D) = 10,00 ml.
Gli immobili da ristrutturare ricadono inoltre:
- in prossimità del limite di confine della Riserva Naturale Integrale della Grotta di Santa
Ninfa, istituita dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente con D.A. 16 maggio 1995
ai sensi dell’art. 4 della L.R. n° 14/88.
- in prossimità del limite di confine del Sito di Importanza Comunitaria “Complesso dei
Monti di Santa Ninfa e Gibellina e Grotta di Santa Ninfa”, istituito nel 1998 nell’ambito del
progetto BioItaly per la presenza di diversi habitat di interesse comunitario e di specie di
interesse biogeografico e conservazionistico ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE.
Descrizione degli immobili nello stato ante intervento
Posti ai margini della vasta proprietà aziendale, sul confine con la strada vicinale Biviere,
(traversa lato Nord della Strada Statale n.119) sorgono tre fabbricati rurali di differente epoca
di realizzazione, dei quali solo quello denominato Corpo A, sarà interessato ai lavori edili di
ristrutturazione ed al cambio di destinazione d’uso. L’immobile infatti è stato costruito
conformemente al regolare Nulla Osta per l’Esecuzione di Lavori Edili rilasciato a seguito di
parere favorevole della commissione edilizia del 30/01/1970, e di Autorizzazione del Genio
Civile n. 1256 del 11/04/1970. L’edificio si compone nel suo insieme di due distinte unità
abitative:
-la prima, composta al piano terra da una cucina pranzo, una camera letto, un bagno, ed
al piano primo da due camere da letto e da un ripostiglio, collegati verticalmente da un primo
vano scala;
-la seconda, composta al piano terra da un ampio vano destinato a magazzinogarage per
il ricovero dei mezzi agricoli, dal quale si accede ad un piccolo vano e ad un bagno; al piano
primo da un ingresso-soggiorno, un vano cucina, un bagno, tre camere da letto, un
ripostiglio; al piano secondo sono ubicati un ulteriore vano ed una mansarda sottotetto; un
secondo vano scala, collega verticalmente i tre livelli dell’edificio, afferenti alla seconda unità
abitativa.
Il fabbricato, a tre elevazioni fuori terra, ha una struttura portante intelaiata in calcestruzzo
armato a maglie chiuse. Le fondazioni, poste sopra uno strato di magrone sono composte da
travi rovesce a T, sempre in conglomerato cementizio armato. I solai di interpiano sono in
latero cemento con travetti prefabbricati, laterizi forati di alleggerimento e caldana gettata in
opera. I solai di copertura, anch’essi in latero-cemento sono in parte piani, a terrazza
pavimentata in mattoni di cemento, ed in parte a doppia falda inclinata. I collegamenti
verticali tra i vari piani sono garantiti da due scale in cemento armato a soletta piena. Le quote
di interpiano sono di 4,00 m. per il piano terra, di 3,20 m. per il piano primo, e di m. 2,80 per
il secondo. La muratura di tamponamento è realizzata in conci di tufo legati con malta
bastarda, mentre la tramezzatura interna è in segati di tufo. Tutti gli ambienti interni delle
Pietro Calamia
100
due unità abitative presentano pareti e soffitti intonacati al civile, ad esclusione delle pareti
del deposito di piano terra che sono semplicemente rinzaffate. Il prospetto esterno è
intonacato con ultima mano di decorativo del tipo “plastico”. Gli infissi interni realizzati con
anta e telaio in legno, mentre gli infissi esterni in alluminio pre-verniciato sono dotati di
persiana. I due portoni di accesso sono in legno. Le unità abitative presentano inoltre
pavimenti in ceramica o in marmette pressate di cemento con scaglie di marmo, e sono dotati
di impianto elettrico e di riscaldamento.
Il corpo A occupa una superficie coperta di 209,40 m
2
al piano terra, di 209,40 m
2
al piano
primo, e di 128,42 m
2
(di cui 94,50 m
2
quale area sottotetto stenditoio) al piano secondo,
mentre il volume è di 1668,08 m
3
. L’altezza alla massima linea di gronda attuale è di 9,70 m,
mentre quella alla massima linea di colmo è di 11,00 m.
Descrizione degli immobili post intervento
L’ingresso alla struttura ricettiva avviene attraverso la terrazza belvedere, quindi si
attraversa la hall del corpo A (fig. 3). Dalla sala d’ingresso per gli ospiti, articolata in zone
riservate alla lettura ed alla conversazione, si accede mediante una scala in c.a. alle camere
poste al piano terra, primo e secondo. Si paccedere inoltre ad una terrazza panoramica
interna, che avvolge i fabbricati esistenti e prospetta sulla splendida valle.
Gli interventi edilizi necessari per adeguare gli i mmobili alla nuova destinazione d’uso
hanno previsto la realizzazione nel corpo A delle camere per gli ospiti e di alcuni locali di
utilizzo comune. La nuova distribuzione planimetrica e volumetrica prevede che al piano
terra del corpo A, in corrispondenza degli ex magazzini, siano presenti i locali della sala
ristorante e prima colazione con annessa cucina, ed i servizi per il personale e per gli ospiti.
Complessivamente sono presenti n. 21 posti. Le dimensioni della sala ristorante, al netto della
cucina e dei servizi per il personale, soddisfano i requisiti minimi dimensionali fissati dal
punto 8.3 comma 5 del Decreto 10/08/2009 dell'A ssessorato Agricoltura e Foreste.
Il salone è aperto, attraverso ampie vetrate, direttamente sulla terrazza panoramica. Un
pergolato, realizzato con struttura in legno costituita da pilastri verticali di sezione 15x15 cm
e travi orizzontali di sezione 18x10 cm e listelli di sezione 5x5 cm, ricoperto con copertura
piante rampicanti (Vitis vinifera e Clematis cirrhosa) che funge da filtro tra gli ambienti interni e
quelli esterni. Lateralmente inoltre, è presente una zona degustazione coperta anch'essa da
con un pergolato realizzato con le medesime modalità del precedente (fig. 4).
Al piano terra del corpo A sono presenti le prime due camere doppie per ospiti, entrambe
dotate di bagno privato interno, una delle quali avente il requisito di accessibilità da parte di
persone con ridotta o impedita capacità motoria e sensoriale. Al piano primo, al posto delle
preesistenti unità abitative, sono state realizzate n. 6 camere doppie, n. 1 camera tripla, tutte
provviste di bagno privato interno, di cui uno con aerazione forzata ed i restanti con
Fig. 3. Vista della facciata interna, Rubino
Domenico
Fig. 4. Vista del salone, Cirrincione Domenica
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
101
aerazione naturale diretta dall'esterno, un locale deposito biancheria di piano (fig. 5). Al
secondo piano è presente una camera doppia, provvista di bagno privato interno, e due
terrazze panoramiche (fig. 6).
Complessivamente la nuova struttura ricettiva dispone di 10 camere di cui 9 doppie e 1
tripla per un totale di 21 posti letto.
Nella progettazione dei vari ambienti si è anche tenuto conto:
- delle Regole tecniche di prevenzione incendi per le strutture alberghiere” Decreto n.
9/04/1994 e successive modifiche ed integrazioni, emanato dal Ministero dell’Interno.
- del D.M.236/89 e L.N.13/89 in materia di accessibilida parte di persone con ridotta
o impedita capacità motoria o sensoriale.
Ad intervento realizzato la superficie utile interna ed il volume delle strutture immobiliari
oggetto dell’intervento saranno immutate rispetto a quelle dello stato di fatto.
Aspetti progettuali dell’intervento
La filosofia che inspira l’intervento progettuale nasce dalla presenza intorno ai fabbricati
in oggetto di un ambito naturale e paesaggistico di primaria importanza e qualità. Ci si
prefigge, quindi, l’obiettivo di realizzare una struttura ricettiva alberghiera che per forma,
carattere, colori, riesca a produrre un organismo architettonico perfettamente integrato
nell’ambito naturale ove è collocato, e che garantisca il mantenimento, il rispetto e la tutela
delle tipologie e delle forme dei manufatti tradizionali, in un contesto di valorizzazione delle
risorse locali al fine di preservare il paesaggio locale (fig. 7).
Per raggiungere il soprindicato obiettivo sono state seguite precise regole e scelte
progettuali:
A) L’utilizzo di materiali e di tecniche che riducano la quantità di energia utilizzata dalla
struttura, e mirati ad un risparmio energetico e idrico mediante lapprovvigionamento da
fonti energetiche alternative, il riutilizzo di acque meteoriche ed alla gestione razionale e
differenziata dei rifiuti.
A tal proposito è presente:
- un sistema di produzione di acqua calda sanitaria che, mediante n. 12 pannelli solari, è
in grado di ottenere dal sole almeno il 70% dell’energia complessiva utilizzata per la
produzione di acqua calda;
Fig. 6. Vista della terrazza di secondo piano,
Cirrincione Domenica
Pietro Calamia
102
- la riduzione di consumo di acqua per lo scarico di tutti i WC presenti mediante l’impiego
di cassette a zaino a due scomparti da 6 litri e 4 litri comandati in alternativa da doppio
pulsante;
- un circuito differenziato per l’alimentazione idrica delle cassette a zaino per lo scarico
dei wc, che utilizza quale sorgente l’acqua proveniente da una cisterna ove vengono raccolte
e decantate le acque meteroriche provenienti dalle falde e dalle terrazze di copertura;
- un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, all'interno della struttura ricettiva, che
permetta di separare carta, plastica, vetro, latta e lattine ed organico in appositi contenitori,
forniti gratuitamente dall’ente gestore, e stoccati temporaneamente in una isola ecologica
protetta, posta in area limitrofa all'azienda;
- un pozzetto degrassatore dove le miscele di acqua con sostanze oleose non in emulsione
e solidi galleggianti, provenienti dalle cucine, si separano per gravità in modo continuo e
naturale.
B) Sviluppo sostenibile dell’intervento di ristrutturazione mirato all'ottenimento delle
certificazioni di qualità ambientale tipo “ECOLABEL”, e all'impiego di tecniche rispettose
dell'ambiente e di bioarchitettura, a basso impatto ambientale e paesaggistico, utilizzando
materiali naturali, sostituendo i rivestimenti esistenti con nuovi materiali salutari per l’uomo
ed eseguendo opere edili per il preciso intervento di migliorare l’inserimento dell’immobile
nel paesaggio naturale.
A tal proposito si è previsto di:
- realizzare una struttura alberghiera con un minore impatto ambientale rinunciando ad
ogni forma di ampliamento plano-volumetrico;
- impiegare per la tinteggiatura delle pareti idropittura lavabile a struttura microcristallina
a base di silicati di potassio, anallergica, formulata con materie prime naturali, tipo acqua,
carbonato di calcio idonea per interventi bioedili e nel restauro di edifici d'epoca;
- in un’ottica bioecologica dell’intervento, sostituire l’intonaco plastico del prospetto
esterno con uno strato di intonaco del tipo cocciopesto costituito da cotto siciliano macinato,
sabbie laviche, e calce idraulica, idoneo per restauri e recuperi architettonici interni ed esterni;
- sostituire nella copertura a falde esistente, il sovrastato di tegole marsigliese in laterizio
di colore rosso che mal si integra nel territorio e rappresenta un impatto ambientale negativo
nel tessuto agreste, con una copertura in coppi siciliani di argilla tipici della cultura
architettonica del luogo ed in grado di migliorare l’inserimento nel paesaggio naturale
dell’immobile. Tale intervento edilizio è stato oltretutto espressamente richiesto dalla
competente Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani;
- sostituire gli infissi in alluminio di colore bianco esistenti con nuovi infissi in legno
massello, completi di persiane esterne e anta a vetro camera interna, protette con vernici
all’acqua.
Gli interventi di ristrutturazione hanno previsto una serie di demolizioni parziali o totali
di tratti di muratura esistente per consentire l’apertura di nuovi vani porta, l’allineamento e
l’ampliamento di vani porta o finestra. Si è inoltre proceduto alla demolizione dei tramezzi
esistenti e alla realizzazione di una nuova tramezzatura interna con tavelle in calcestruzzo
leggero di argilla e pomice. È stata demolita una delle due scale in c.a. per consentire la
realizzazione di un nuovo solaio e quindi di una camera per ospiti. Il nuovo solaio, ancorato
alle travi perimetrali della struttura è stato realizzato in latero cemento con caldana in opera.
L’approvvigionamento idrico è garantito dalla presenza all’interno dell’area libera di una
vasca di riserva idrica della capacità complessiva di 20.000 litri il cui rifornimento è garantito
da fornitura comunale convenzionata tramite autobotte. Le acque prelevate da una pompa
sommersa, tramite un’autoclave centralizzata dimensionata per garantire le pressioni minime
di legge su tutti i punti di erogazione, sono distribuite a tutte le utenze della struttura ricettiva.
La vasca presenta pareti rivestite con vernici epossidriche atossiche per alimenti.
Non essendo la zona fornita di rete fognaria comunale, il sistema di smaltimento dei reflui,
conformemente a quanto previsto dalla vigente normativa in presenza di insediamenti
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
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inferiori a 50 abitanti equivalenti, è stato realizzato un sistema di depurazione primaria tramite
vasca tipo Imhoff, e successivo stoccaggio in vasca a tenuta.
L'illuminazione di tutti i locali è del tipo naturale e artificiale: l’illuminazione naturale è
garantita dalle superficie finestrate ad anta apribile, aventi dimensioni superiori ai parametri
previsti dai vigenti articoli del locale Regolamento Edilizio; l’illuminazione artificiale interna
è diretta, garantita da apparecchi illuminanti posti a soffitto, costituita da lampade
fluorescenti o a Led a basso consumo. In tutti i locali sono installati apparecchi fluorescenti
per l’illuminazione di emergenza.
L’impianto di riscaldamento-condizionamento è del tipo a pompa di calore, a
funzionamento elettrico, composto da centralina di distribuzione, unità esterna e unità
interna a ventilconvettori regolabili manualmente dall’interno.
Aspetti multifunzionali dell’intervento e piano turistico
Il progetto ha previsto la realizzazione di un’oasi di vacanza defaticante basata sul
principio del riavvicinamento all’ambiente naturale e a se stessi ed in grado di consentire a
chi vi soggiorna un rapido recupero del rapporto con la natura, con il proprio corpo e con la
propria mente.
Si tratta, nello specifico, di una struttura di circa 21 posti letto di livello medio-alto
(assimilabile sul piano normativo ad un 3 stelle) con ristorazione riservata agli ospiti, dotata
di servizi per il tempo libero ed il benessere (biblioteca/sala lettura, ecc.) e di supporto (area
ristorazione), rivolto ad una clientela internazionale con residenza prevalente nei grandi
centri urbani; un resort di campagna realizzato e gestito in accordo con gli “Orientamenti di
base per il turismo sostenibile in Europa” della Commissione Europea. Rivolto ad una
clientela internazionale (europea) ad alto livello di scolarizzazione con residenza prevalente
nei grandi centri urbani e capacità di acquisto media; una costruzione realizzata attraverso la
ristrutturazione di fabbricati rurali esistenti migliorati per adattarli al contesto paesaggistico,
per migliorarne l’inserimento e la compatibilità ambientale, le caratteristiche e l’aspetto
estetico (fig. 8).
Il complesso ricettivo si pone a disposizione del territorio aperto, pur nel rispetto del suo
orientamento strategico al benessere psicofisico, alle esigenze ricettive legate allo studio ed
alla gestione della Riserva Naturale Integrale della Grotta di Santa Ninfa” da parte dell’Ente
Gestore Legambiente, oltre che alla vivace presenza artistica nel territorio che ha il suo fulcro
nell’attività della Fondazione Orestiadi.
La struttura ha conseguito notevoli successi economici nel campo di ricettività turistica;
infatti, la titolare dell’azienda agricola svolge come attività principale quella di operatore del
turismo ed è esperta di promozione, commercializzazione e distribuzione di strutture
ricettive e destinazioni, attività svolta sia per conto di operatori italiani che internazionali.
L’attività è riuscita a posizionarsi correttamente e a sostenere le assumption relative a tariffe e
occupazione posti letto, anche grazie al significativo investimento effettuato sul fronte della
tecnologia sia gestionale (hardware e software) sia distributiva (accesso a sistemi di
prenotazione e distribuzione). Ne sono riprova ladesione già contrattualizzata ad una catena
alberghiera che raggruppa, sotto vari brand, strutture agrituristiche e strutture alberghiere
rivolta alla clientela in cerca di esperienze di soggiorno che riconducano al benessere
psicofisico ed al riavvicinamento all’ambiente naturale.
Considerazioni finali
Il contributo, mediante l’analisi del territorio, l’esame degli elaborati progettuali ed il
rilievo dei manufatti rurali, lo studio bibliografico e della normativa comunitaria, ha
consentito di delineare le peculiarità dei luoghi indagati, ponendo l’accento sul contributo
fornito dalle politiche comunitarie all’evoluzione dello sviluppo urbanistico e architettonico
del territorio, anche dal punto di vista del nuovo posizionamento in un’ottica multifunzionale
delle attività legate all’agricoltura e al territorio rurale stesso.
Come si è osservato, sulla nuova concezione dei beni culturali si è innestata una nuova
visione dell'intervento pubblico in materia, consistente nel passaggio da un'attività di tutela
Pietro Calamia
104
statica del bene ad un intervento diretto a garantire alla collettività una fruizione ampia ed
effettiva del valore e del significato culturale custodito. È chiaro quanto risulti fondamentale
che l'intervento pubblico sui beni culturali attribuisca sempre più rilievo alle attività dirette a
favorire la fruizione collettiva dei beni culturali, e cialle attività di valorizzazione e di
gestione, e non di sola tutela. L’esigenza di tale tutela trova una sua ragione d’essere nella
natura stessa dell’Italia e della Sicilia in particolare, dal suo essere espressione di un
patrimonio storico, artistico e culturale senza eguali.
Lo sviluppo della ricerca evidenzia l’interesse e l’importanza che possono rivestire le
politiche europee nel recupero del paesaggio rurale e delle diverse tipologie costruttive del
patrimonio edilizio rurale, mediante interventi di restauro e ristrutturazione dellesistente che
mantengano la destinazione d’uso originaria, o di riqualifica dello stesso patrimonio ad un
utilizzo ad essa compatibile, quale l’agriturismo, come nel caso in questione, l’opificio rurale,
la fattoria didattica o altro, consentendo uno sviluppo integrato e sostenibile, e puntando ad
approccio che tenda al progresso della multifunzionalità in agricoltura.
Infine, l’esame dettagliato di alcuni interventi già mostra elementi avvaloranti l’ipotesi
dell’influenza positiva delle PC allo sviluppo del territorio rurale. Non è ancora chiaro se tale
influenza sia di carattere generale, ossia contribuisca allo sviluppo integrato del territorio, o
piuttosto contenuta e distribuita non uniformemente nel territorio, ossia indirizzata a
investimenti che promuovono lo sviluppo di singole aziende e che non riescono a fare
sistema al fine di uno sviluppo integrato del territorio. Per dare risposta a tale quesito, si
attendono nuovi esiti, anche relativi alla pianificazione legata al PSR 2014/2020 ancora in
fase di sviluppo iniziale.
Architettura rurale e valorizzazione del patrimonio culturale in Sicilia
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